venerdì 27 luglio 2012

una vita da agente immobiliare...

Come potete leggere qui: http://kun-funku.blogspot.it/2012/07/se-il-mondo-finira-davvero-dicembre.html, da qualche tempo stiamo cercando una umile e termoautonoma dimora ove passare il resto, o almeno buona parte, della nostra vita.
[pausa per pulizia orecchie]
Ci sono molti aspetti di questa "avventura" che meriterebbero una attenta analisi ma una cosa, più di tutte, vale la pena di essere messa in evidenza.
In questo periodo di grande attenzione nei confronti di alcune categorie lavorative, quali i politici per la loro onestà, le rockstar per la loro sobrietà e le cassiere del Bennet per la loro voglia di vivere, esistono uomini che sfidano ogni possibile statistica riportata su repubblica.it o sul sito online del gioco "brain training challenge" per windows phone. Uomini che racchiudono l'onestà, la sobrietà e la voglia di vivere delle precedenti categorie, oltre ad una esagerata igiene personale.
Sto parlando, ovviamente, degli agenti immobiliari (e non, come alcuni di voi potrebbe aver pensato, dei commessi di mediaworld).
Stilerò per voi, che tanto avete sofferto durante una visita con uno di loro o che state pensando di contattarne uno per poter comprare un monolocale che vi permetta di andarvene dalla stanza sopra al garage della famiglia dei genitori in blue jeans, una classifica dei migliori 5 della lombardia:

NB per correttezza verranno utilizzati soltanto nomi fasulli/ inventati

5) - Max (ascella) Pezzati

Dopo averlo contattato e ringraziato per la sua eccessiva gentilezza, monterà sul suo SUV ibrido (mezzo suv e mezzo catorcio) per portarvi alla prima casa sulla vostra personale lista di abitazioni "papabili". Noterete il suo imbarazzo nel mostrarvi un vetro rotto in salotto, un serramento color hello kitty e un divano sbranato probabilmente da un uomo orso maiale. Il disagio aumenterà ancora di più nel dovervi comunicare la cifra richiesta dal proprietario, che voi immaginavate più o meno 50 mila euro inferiore. Il sudore comincerà a grondargli dalla fronte e dalle ascelle fino a renderlo completamente viscido e incapace di richiudere le tapparelle da lui aperte per mostrarvi l'appartamento (o forse erano rotte!?) . Per recuperare vi porterà a vedere un cantiere in costruzione poco distante, mostrandovi un appartamento con vista sul parco che gli farà recuperare un pochino di colore, prima di stramazzare al suolo per la ingente perdita di liquidi e la conseguente disidratazione. Lo saluterete rubandogli il biglietto da visita dal portafogli e urlandogli "le faremo sapere". Ma anche no.



4) - Paola Maranzella

Non si tratta di una vera e propria agente immobiliare quanto, invece, di una "mediatrice immobiliare". In sostanza l'equivalente, nel settore, di una laurea in scienze della comunicazione. Vi si presenterà vestita da baldracca di alto borgo (bergamasco però), abbronzata come Obama e truccata con Marylin Manson. Insisterà per un quarto d'ora cercando di convincervi che il favoloso marmo nelle aree comuni può alzare il prezzo della casa di circa mezzo milione di euro, oltre a farvi credere che una dispensa circolare nell'angolo della cucina, che quando la apri si illumina, val bene un giardino di 100mq che non c'è perchè siamo al 1°piano. Ma con ascensore, che vi costerà 15000 euro di spese condominiali.
Vi saluterà con un depliant della casa appena vista facendovi credere che quest'ultima è "la casa di cui ci si innamora". In realtà vi siete innamorati soltanto della cassettiera che il proprietario furbo tiene in bella vista in garage.



3) - Gianni Culone

Il suo vago accento british/ albanese non deve trarvi in inganno: non ha nulla della correttezza british o della .... capigliatura di Igli Tare: in realtà si comporterà come il migliore degli italiani, parlando male delle case altrui (e anche di alcune della sua stessa agenzia). La casa che vi mostrerà vi piacerà, ma avrete a che fare con un proprietario un pò strano e con un piccolo istinto omicida (che fortunatamente sfogherà sul sindaco della vostra città). Gianni Culone non si chiama così per nulla. Una volta alzatosi dalla scrivania della sua agenzia per portarvi verso l'abitazione noterete subito il suo carico sporgente che cercherà di vendervi come terzo balcone: non fatevi ingannare... si tratta di ritenzione idrica.



2) - Jolly "Antonio" Roger

Questo ragazzo, dall'ineffabile capigliatura e dalla apprezzabile scelta dell'abbigliamento, vi sorprenderà. Una volta intuito quello che sta cercando di dirvi senza muovere le labbra, capirete che si tratta del venditore che cercavate: Ride alle vostre battute (anche quelle più stupide), cerca di uccidervi facendovi vedere un solaio-jolly da cui si accede con una scala traballante come il mio intestino dopo una lunga sessione di anguria e gelato.Ma soprattutto sputtanerà i venditori: vi dirà che sono in crisi, che abbasseranno il prezzo facilmente e che hanno i brufoli sulle chiappe. Sappiate che, per quanto per lui esistano solai-jolly; stanze-jolly; bagni-jolly e persino garage-jolly, il vero GIOLLI è lui!



1) - Johnny Bua

Il nome è inventato. Chiaro no?Perchè non può esistere un ragazzo italiano che si chiama Johnny Bua vero?Sarebbe uno scherzo di cattivo gusto. Una infanzia rovinata. Una vita distrutta. Una ginnasta dalla vita non parallela. Ma lui, che dalla vita ha deciso di prendere tutto il buono, e denigrare il resto, vi lscerà senza fiato: Non vi darà modo di aprire bocca. Esiste solo lui, sua zia che mette il maglione d'estate e odia i caloriferi, suo nonno che invece gira in mutande a Dicembre con -14°, e soprattutto, il termoautonomo. Non provate neppure a chiedergli se ha case con riscaldamento centralizzato in vendita. Lui le odia. Non solo, le odia al punto da distruggerle: prima moralmente, facendogli la pipì sul muro. E poi fisicamente, con un rutto talmente potente da far invidia al lupo dei 3 porcellini. Non è una persona come le altre. Non è un agente immobiliare come gli altri. Lui è Johnny Bua. Termoautonomo per scelta, coglione per vocazione.

(johnny si rilassa pensando a quanto è bello avere una casa termoautonoma)

domenica 24 giugno 2012

ho perso la mia chioma di cotone...

Devo scrivere un post. 
Ne avevo uno fenomenale in serbo ma ho perso l'attimo ed ora non trovo più le immagini su cui avrei potuto costruire un divertentissimo gioco di parole (che poi vabbè, magari in serbo l'avrebbero capito in pochi, e se usi il traduttore di google alla fine i giochi di parole perdono di significato.)
Ora però non posso far altro che scrivere, anche perchè altrimenti niente caffè! (questa è un pò difficile da spiegare).
Oggi ho ricevuto una mail da un mio vecchio compagno di liceo che non sentivo da un pò (ma un pò tanto...più di tre anni!). Mi ha fatto ripensare ai tempi del liceo e, più in particolare, vista anche la concomitanza temporale (?!), alla maturità. Correva l'anno 2002, la mia chioma fluente scorreva lungo la mia schiena fino a toccarmi i talloni, i brufoli mi ricoprivano la faccia facendola assomigliare ad una pizza capricciosa, guidavo una Uno grigia modello Albania e fumavo sigarette nonostante la mia capacità polmonare pari a quella di un tamarino dalla chioma cotonata. Ecco, insomma, assomigliavo proprio ad uno di quei simpatici animaletti che io e la mia dolce metà abbiamo visto giusto stamattina (in un parco faunistico, non attraversando la strada).
Ricordo che faceva caldo quasi quanto oggi. Ricordo infatti che per la terza prova, che per i nostri cari diciannovenni avrà luogo domani, mi presentai a scuola con un bellissimo paio di pantaloncini/ costume da bagno azzurro con fiorellini bianchi sui lati (che lasciavano in bella vista i miei bellissimi, bianchissimi e pelosissimi mini-polpacci!). Ricordo che era l'anno dei mondiali, quelli che l'Italia avrebbe perso contro la Corea del Sud. Ma io tifavo Inghilterra, come oggi. Insultatemi se volete.
Ricordo che non mi importava molto della maturità. Avevo quella spavalderia/ arroganza/ menefreghismo che mi portò a superare abbastanza brillantemente l'esame, e altrettanto brillantemente a fallire il mio primo approcio con l'università, poco dopo.
Ricordo che non avevo un blog, non avevo twitter, non avevo un lavoro, non avevo una ragazza, non avevo preoccupazioni. Non avevo nemmeno una gatta psicolabile, non avevo un portatile.
Più di tutti non avevo la consapevolezza di quello che stavo diventando. Pensavo che la vita fosse pensare a ciò che ti è successo lo scorso weekend, e ciò che farai durante la prossima estate.
Ora è tutto diverso, ho perso quasi tutto quello che ero e buona parte di quello che avevo allora. Ho cambiato vita, ho cambiato abitudini e soprattutto ho cambiato mentalità.
Ho perso anche buona parte delle mie cellule cerebrali, perchè non mi ricordo più dove volevo andare a parare.
E' una cosa gravissima, visto che ora non so come concludere questo post inutile e senza senso.
Quindi posterò semplicemente la foto del Tamarino.
Priscilla mi ucciderà, lo so, ma da oggi questo è l'animale che amo di più al mondo


domenica 10 giugno 2012

come uno yogurt scaduto dentro il frigo..

E' ufficialmente il mio primo post scritto da notebook.
Il mio primo notebook. Beh, diciamo il primo che possa essere considerato mio a tutti gli effetti, senza vincoli lavorativi o di parentela.
Eppure, come quasi sempre mi è capitato da quando faccio finta di essere un blogger di scarso successo, ho incominciato a picchiettare sui tasti senza avere la benchè minima idea di quale sia l'argomento di cui vorrei parlare ora.

Se volessi scegliere un argomento facile parlerei di europei: Sono iniziati da poco, eppure sembra che, da tre giorni a questa parte, le case dell'emilia siano tornate su da sole per magia, lo spread si sia ricucito in pochi istanti, la benzina sia tornata a costare un euro (e per tutti, non solo per quei poveri disperati che si troveranno si a pagare poco la benzina, ma a pagare care le riparazioni che la loro fiat gli costerà, essendo stata costruita da un numero cospicuo di assunzioni obbligatorie a basso costo) e tanto altro ancora.
Tutto perchè ora, e per un mese dev'essere così, quello che importa è il calcio. Il pareggio con la Spagna, i possibili accoppiamenti ai quarti, il modulo, la pettinatura di Cabrini intervistato alla trasmissione del mattino (che, giuro, ho visto per sbaglio).
Eppure non voglio, e non posso permettermelo. Perchè io, che sono moralmente superiore a tutte queste persone aride e vuote che si lasciano trascinare insieme alla massa alla ricerca della felicità in quei novanta minuti di stand-by cerebrale, io che non sono come loro..Io... beh.... il mio lavoro, le mie preoccupazioni, i miei spread, i miei rifornimenti e i miei terremoti restano fuori dalla porta perchè ora, in questo momento e per un'altra decina di giorni (almeno, spero), la mia testa verrà periodicamente sostituita da una palla a spicchi, per quei 40 minuti (effettivi) di stand-by cerebrale, ma del tutto moralmente superiore..

E allora parliamo di qualcosa di serio. Oggi ho riaperto il mio blog dopo settimane, ignaro e volenteroso come un bimbo che riprende in mano uno di quei giocattoli che lo hanno stufato tanto tanto tempo fa, deciso a dargli una seconda possibilità. E quella seconda possibilità se l'è meritata a pieno grazie all'ultimo commento da me (o lui) ricevuto.
Giuro che non ne sapevo nulla qualche giorno prima quando, aprendo l'armadio del bagno, ho trovato quel vecchio flacone ormai prossimo alla scadenza.. non lo sapevo quando ho pensato di usarlo, perchè "tanto, altrimenti lo butto"... Non lo sapevo quando ho digitato nullaealtroancora.blogspot.com... E ora lo so, grazie ad una associazione di pugili che ci tiene tanto a me e alla mia salute tricologica.

Domani mi metto il minoxidil. E visto da quanto tempo è lì dentro.... non escludo di risvegliarmi con un buco nel cranio e i peli delle ascelle che toccano terra!




martedì 3 aprile 2012

Scriverò un post, computer permettendo..

Mentre modifico le inserzioni del nostro (PER ORA) fallimentare negozio ebay online, cerco di scrivere un post.
Cosa dire di questa giornata grigina? di questo periodo felice? di questi anni 80?
Potrei raccontare tante cose. Credo, ma al momento me ne vengono in mente molto poche.
Oggi era il compleanno di un mio collega. Uno dei più giovani. Compiva 38 anni. Si, 38, ed era quasi invidiato dal resto della ciurma, mediamente intorno ai 45 anni.
Io sono il più giovane con 28 anni. E li dimostro tutti con la mia stupidità innata, le mie distrazioni, le mie idee, le mie convinzioni, i miei gusti e, perchè no, la mia insesperienza.
Eppure ne potrei tranquillamente dimostrare 105, senza i capelli, con la mia pigrizia e la mia avversione nei confronti dell'improduttività (!?).

Non ero preparato ad una vita fatta di amore, lavoro e serenità, e forse non lo sono neppure ora. Sento che le cose stanno veramente prendendo la giusta "via" verso quella che deve essere la mia vita, lontano da quanto ha tenuto congelate le mie emozioni, facendomi vivere su una nuvola lontana e traballante.
Sento che le cose andranno bene, ma stasera ho deciso.

Stasera andiamo* a bere un swimming pool pensando di avere ancora 18 anni...

* e quando dico "andiamo" intendo "io e i miei amici immaginari" come il divino otelma.


martedì 27 marzo 2012

Router nuovo vita nuova

Devo sempre avercela con qualcuno.
Non sono tranquillo se, nell'arco di una giornata, non penso almeno 7-8 cento volte a quanto la mia sensibilità sia urtata da parole, gesti, immagini e chi più ne ha più ne metta.

Spesso me la prendo con personaggi pubblici, rei di aver introdotto una nuova tassa sulle scoregge (che mi costerà più o meno il 93% del mio stipendio) o di aver provato a portare milioni di euro all'estero per poi vederseli rifiutati per la loro "provenienza sospetta" (la provenienza forse era sospetta, ma conoscendo Emilio [lo conosco fin da quando avevo i capelli]* direi che la loro destinazione era sicura: mignotte e casinò)
Più spesso ancora me la prendo con gente "privata", una collega colpevole di avermi frantumato i coglioni con le storie riguardanti la tonalità di marrone che ha scelto per il suo mobile del letto (credo di aver sentito, prima di scollegare il cervello, che ha scelto il color cacca. Ottima scelta.) oppure il mio vicino di casa che, probabilmente nel tentativo di affiggere al muro la sua laurea honoris causa in "scienza della testa di minchia", sta cercando di dimostrare che l'intonaco della nostra palazzina si spezza più facilmente del famoso tonno della famosa pubblicità.
E ancora più spesso, quindi spessissimissimo, con persone del tutto sconosciute, che popolano la mia pagina degli aggiornamenti di twitter pur non avendoli mai visti e sentiti in vita mia (e cercano di comunicare al mondo che vivono ad orio center, amano disegnare macchine brutte e trovano spiacevole che la cavia del negozio di animali sia più intelligente di loro), o che incrociano la mia strada cercando di farmi rompere la quattordicesima macchina in 5 giorni.

Ma tutto questo, per quanto probabilmente mi porterà a perdere anche i capelli che non ho (non sto a spiegarvi cosa intendo.Perchè non lo so), può scomparire in soli due modi (o forse tre. vedi voce "uomo nudo" sul dizionario). Il sorriso della mia ragazza, quando ride ad una mia pessima battuta, si diverte con la nostra adorata gattina (figlia del demonio) o mi sfiora le labbra con un bacio...

Oppure questo:


grazie di esistere (per quanto, non si sa)



* voglio lanciare la moda della parentesi quadra all'interno della parentesi tonda. Ditemi che sto facendo la cosa giusta, vi prego!!


martedì 13 marzo 2012

Odio anche i peli sul collo.

Sebbene i post su questo blog stiano diventando più radi dei capelli sul mio cranio, coglierò l'occasione della mia presunta malattia per tornare a scrivere qualcosa, sperando che questa spruzzata di minoxidil* possa rinfoltire l'ormai desolante situazione del mio ultimo, mal riuscito, tentativo di dare sfogo alla mia, mal riuscita, voglia di scrivere.

*ultima metafora riguardante i miei capelli.Giuro.

Vi starete chiedendo perchè io sia a casa invece che al lavoro (ero a letto fino a 5 minuti fa, veramente!). Buon per voi.
Vi starete chiedendo che cos'ho fatto in tutti questi mesi di sporadici aggiornamenti poco esaustivi.Peggio per voi.
Vi starete chiedendo quando la smetterò con i "vi starete chiedendo". Prendevo solo tempo.
La verità è che scrivere un post è diventato un pò come dimostrare a me stesso che non c'ho proprio un cazzo da raccontare.
Ho conosciuto, nella mia PER ORA breve e intensa vita, due persone che credevano di voler fare gli scrittori.
Due persone così diverse eppure, in fondo, così uguali.
Il primo, di cui non farò nomi, mi consegnò il suo scritto quando ancora frequentavo il primo anno di università. Ricordo di aver letto d'un fiato le 30-40 pagine stampate da Word durante il viaggio andata-ritorno da porta Garibaldi, facendo molta attenzione che nessuno potesse vedere quello che stavo leggendo. E si, lo ammetto, usavo una penna rossa per evidenziare gli errori, grammaticali e non, del mio ex-migliore amico. Ricordo di averlo chiamato cercando di spiegargli che non era male, ma che si notava un pò troppo la differenza tra la prima parte del racconto, scritta almeno 4 o 5 anni prima e non riveduta/corretta, e la seconda parte, scritta invece pochi mesi prima. Ricordo di non aver fatto nulla per alludere, nemmeno vagamente, alla mia contrarietà nei confronti di una sua imminente decisione, economicamente abbastanza dispendiosa, di stampare, rilegare e spedire il testo ad alcune case editrici.

La seconda, di cui non farò nomi, mi spedì il suo file PDF tramite email. Ricordo che ai tempi (Dio un giorno, spero lontano, mi spiegherà il perchè!) avevo una specie di cotta per lei e così mi mostrai ben felice di leggere il suo "romanzo" e recensirlo in anteprima. Era anche questo un breve testo di una quarantina di pagine, un pò più pesanti e "difficili" rispetto al precedente. Ovviamente, ancora convinto che un mio giudizio positivo potesse aumentare la considerazione della scrittrice in erba (gatta) nei miei confronti, mi mostrai abbastanza positivo nei suoi confronti. Le feci sapere che era un buon romanzo, che andava magari un pò ampliato per poter essere un libro, e che magari poteva modificare qualcosina qui e qualcosina là prima di essere pronto.

Ora sono passati anni da entrambi gli episodi e, stimolato da una conversazione di ieri sera con la mia, per fortuna, NON aspirante scrittrice fidanzata, mi sono venute un paio di considerazioni:

1) Perchè queste persone hanno chiesto proprio a me, che non leggo molti libri e che sicuramente non ho un gran valore in qualità di critico letterario, di leggere le loro "opere"?
2) Perchè Dio, i miei genitori, gli alieni o chiunque sia stato, mi ha creato così accondiscendente da non essere in grado di sputare i miei giudizi sinceri senza pensare alle conseguenze che questi potrebbero avere sull'umore delle persone a cui dovrebbero essere rivolti?

Sono sicuro che nessuno si offenderà se lo farò ora:

Ciao numero 1,

ho letto ieri il tuo libro e, devo dire, mi è piaciuto come un morso di priscilla mentre guardo la TV. Nemmeno un analfabeta ubriaco potrebbe non accorgersi che la prima parte l'hai scritta quando eri un brufoloso adolescente del cazzo che pensava ancora che occupando il liceo avrebbe salvato la scuola pubblica dal fottuto sistema, senza ammettere che l'unica cosa che lo spingeva a gonfiare il petto senza peli inalando schifezze arrotolate in una cartina era la speranza che la ragazza puzzolente con il tatuaggio e i rasta gli desse una possibilità di vedere le sue mutandine.
E, tanto per la cronaca, la seconda parte, quella scritta nel giorno in cui ti sei accorto che era meglio accettare il fatto che il tuo ruolo nella società è quello del figlio di papà che finge di essere un ribelle per portarsi a letto l'altrettanto puzzolente figlia di papà che non vomiterà nel tuo letto, solo per miracolo, tutta la vodka che le hai fatto bere, questa seconda parte, dicevo, non è un granchè meglio della prima. E' scontata, adolescenziale e priva di alcun interesse.

Un abbraccio.

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Ciao numero 2,
Ho finito di leggere il tuo libro proprio ora. E' ancora sulla mia scrivania.
Innanzitutto grazie per avermi fatto leggere questo racconto. Ho potuto scoprire quale razza di complessata sei. Non sei l'unica persona che ha sofferto a questo mondo e di sicuro non detieni nessun primato in questo campo. Puoi lagnarti di tutto e per quanto tempo vuoi, ma a nessun altro essere umano potrebbe interessare.
Mi rettifico, qualche idiota potrebbe anche avere l'indecenza di voler leggere una specie di brutta copia in miniatura del libro "la solitudine dei numeri primi", ma non per questo devi sentirti obbligata di farci questo brutto regalo.
Studia. Lavora. Fai quello che vuoi, ma per piacere, non credere di essere un'artista. Non lo sei e non lo sarai mai, nemmeno se i tuoi amichetti o aspiranti trombatori ti diranno il contrario.
E scrivi in un modo così pesante che mi sono addormentato un paio volte durante la lettura.

Un abbraccio.



Sia chiaro. Nessun astio nei confronti di persone che ancora oggi popolano la mia mente nonostante siano uscite dalla mia vita tempo fa, con un biglietto di sola andata.
Non ho mai avuto il coraggio di dire loro quello che credo e mai lo avrò, essendo anche una cosa tutto sommato inutile. Io sono cambiato come il mio giudizio nei loro confronti e nei confronti di ciò che hanno fatto durante la loro permanenza nella mia vita quotidiana.

Ma se c'è una cosa che non sopporto è che incontrerò ancora tante persone come loro, e come altre di cui non ho parlato e di cui forse mai parlerò, e so già che, per svariati motivi, non avrò mai il coraggio di dir loro in faccia che il loro libro sarebbe buono solo per pulirsi le chiappe dopo una cena al ristorante messicano sbagliato, o che i loro quadri potrebbero essere buoni solo da appendere davanti alla tazza del water,nel caso in cui nemmeno il messicano sbagliato dovesse risolvere i problemi di stitichezza..
La vostra presunzione mi irrita.
La vostra arroganza mi irrita.
La vostra convinzione di essere "artisti" quando in realtà siete solo poco umili mi irrita.

E se incontrerò, come detto, anche qualcun altro, sappiate che non ve lo dirò mai, ma..
Odio la vostra finta generosità.
Odio la vostra ignoranza.
Odio la vostra mancanza di interessi nei confronti di qualsiasi cosa che non appartenga al vostro unico, e probabilmente stupido, interesse.
Odio la vostra ottusità.
Odio la vostra finta compassione.
Odio tutte le parole che so che avreste voluto dirvi subito ma avete aspettato che girassi le spalle per confidarvi.

E odio non aver ancora stretto la mano ad una persona che potesse entrare in contatto con me, la mia ragazza e la mia famiglia, senza farmi pensare ad una delle tante cose che odio, sia tra quelle che ho appena scritto, sia tra quelle che penso o che ancora non mi sono venute in mente.

e 3) Perchè non ho più quei maledettissimi libri per farmi 2 risate?!?!?



PS: Ogni riferimento a cose o persone è puramente NON casuale, ed è stato preso come spunto per una riflessione di carattere generale.

PPS: Fabio, tu se l'unica eccezione. TIVITITITIBI. Peccato che la mia ragazza ti voglia morto, se no saresti il mio migliore amico forever.

(O)PPPS: SI lo so, mi sono dimenticato il tuo compleanno. Ma giuro, ogni tanto dimentico anche il mio!!


mercoledì 15 febbraio 2012

Scusate il ritardo..

Forse dovrei smetterla con il mio bastian contrarianesimo (se mi è concesso un neologismo, pure un pò bruttino).
A forza di sentire l'irrefrenabile necessità di pensare l'esatto contrario (o almeno qualcosa di un pochino diverso) rispetto al mio interlocutore di turno, finisco spesso con il perdere di vista la mia reale opinione.
Sono in disaccordo con me stesso e perdo la capacità di seguire una linea dritta che mi permetta di raggiungere un obiettivo. A volte mi sembra che due opinioni contrastanti tra loro abbiano valide fondamenta, e tendo a levarmi dall'impaccio con una salomonica/ svizzera neutralità.A volte invece mi sembra quasi che non esista una valida opinione riguardante alcuni argomenti, finendo per scontrarmi contro tutti e tutto e senza riuscire ad andare d'accordo con nessuno.
Sento la necessità di smettere di pensare quando in realtà non sono in grado di farlo, provo irritazione per cose che in realtà non dovrebbero far altro che sfiorarmi delicatamente, così come mi faccio trapassare senza battere ciglio quando quello che dovrei fare sarebbe spostarmi o parare il colpo.



Detto questo...quanti di voi ieri, giorno di San Valentino, hanno visto san Remo?Io, lo ammetto, ne ho visto un pezzo, ma solo dopo aver festeggiato San Valentino.
Beh si, festeggiato in modo un pò anomalo è vero. Perchè io e la mia dolce metà, ingordi, i regali ce li siamo scambiati già settimana scorsa. E poi perchè, al contrario delle ormai inflazionate coppie formate da donna disillusa e uomo virile che pensa che San Valentino sia solo la solita festa consumistica bla bla (mascherando la reale intenzione di spendere i soldi del potenziale regalo in un biglietto per la partita del Milan o in una fornitura di peli pubici), io, dei due componenti della coppia, sono quello romanticone che ci teneva a festeggiare come una ragazzina in calore alla vigilia del ballo scolastico (ho visto troppi dawson's creek..).
Dopo una bella cenetta al messicano (avendo trovato un posto praticamente per miracolo) e un brindisi davanti alla TV (dando il via alla nostra felice carriera di alcolismo sfrenato a base di spumante dolce e baylees), la scarsità di contenuti della programmazione serale di ieri ci ha indirizzati verso il festival della canzone italiana (??).
Non voglio soffermarmi sulla mia pessima considerazione di questa manifestazione (l'ho già fatto in un pluripremiato articolo su CIAO.IT), e nemmeno voglio perdermi in considerazioni sulle persone che lo popolano, sul palco e nella platea. Voglio soffermarmi su quanto detto da Celentano.
Un uomo che fino a qualche ora fa mi stava particolarmente antipatico, e che ho sempre ritenuto ampiamente sopravvalutato sia dal punto di vista umano che artistico.Un uomo che ora, un pochino, invidio.
O meglio. Invidio la sua capacità, forse aiutata dalla consapevolezza di avere,in qualche modo, le spalle coperte,di esprimere una convinzione.Sono tante le persone a questo mondo (quasi tutte, me incluso) che esprimono opinioni, che si riempiono la bocca di parole vuote con l'unico scopo di ricavarne qualcosa, da qualsiasi punto di vista.
C'è chi esprime un opinione nella speranza di averne un tornaconto economico, chi sperando di ottenere affetto e simpatia, chi ancora spera di ricavarne una posizione di potere su qualcun altro.. E chi a volte lo fa con l'unica intenzione di non far del male a nessuno...
C'è chi, e in questo la mia sopracitata dolce metà mi è ampiamente superiore, è in grado invece di esprimere convinzioni. Di parlare (più raramente discutere) come se non ci fosse domani, provando un brivido che va ben oltre la speranza di ottenere un risultato, perchè il risultato più grande è stato guadagnare la consapevolezza di avere ragione. Di avere qualcosa da dire che più che a se stessi possa far ottenere un risultato a qualcuno che le tue parole le sta ascoltando.
Non ho ascoltato tutto l'intervento di Celentano e sono sicuro che non avrei condiviso alcuni dei suoi passaggi, ma in fin dei conti, come detto, spesso non condivido nemmeno qello che dico io stesso...